Appunti di Storia greca Università : Università degli studi di Padova

Facoltà : LettereFilosofia

 

STORIA GRECA

 

La storia greca può essere divisa in due tipi :

 

1-     Del 2 000 a.c. (micenea)

2-     2- Del 1 000 a.c.

 

Ad Argolide, nord-est del Peloponneso, si trova Micene. Micene diventa importante perché vi sono le tombe di Micene (1600 a.c.) ovvero un esempio di costruzione monumentale che indica una continuità di uso e residenza(anche nelle necropoli) : ciò viene certificato anche attraverso le ceramiche. Ma ciò che rende importante Micene è l’uso di una scrittura/alfabeto che sappiamo con certezza essere in uso nel 1400, ma sapendo che vi era continuità possiamo affermare che esistesse da più tempo.

 

Precedentemente al 1600 a.c. Creta è sede ed espressione della civiltà minoica. Nel 1900 a.c. nascono i primi palazzi a Cnosso che sono una rappresentazione di potere centrale organizzato. Va comunque distinto un primo e un secondo momento nella vita dei palazzi:

 

1-     1900-1700

2-     2- 1700-1450

 

Nella seconda fase l’uso della scrittura è più sistematico(lineare A : padre alfabeto lineare B micenei).

Questi modelli palazzi ali sono di origine orientale e fungevano da accumulatori. L’accumulo viene registrato con la scrittura (che serve solo a questo!) il che indica una memoria burocratica.

 

La cesura che chiude il dialogo con le 2 storie greche coincide con la fase di distruzione dei palazzi micenei (1200 a.c.). Con la distruzione di questi palazzi scompare anche la scrittura, che serviva solo a fini burocratici.

le date fornite sono basate sulla ceramica. La ceramica è un aspetto importante infatti arrivano anche dall’Italia e si infittiscono dopo la caduta dei palazzi, significando una liberazione delle esportazioni.

Con la caduta dei palazzi e la scomparsa degli abitanti si apre quella fase della storia greca definita età buia o medioevo ellenico.

 

Solo nel 1050 a.c. abbiamo una ripopolazione della zona e dopo il 1000 a.c. il ritorno dei metalli, ma l’elemento decisivo come crescita è il ritrovo della scrittura; non più scrittura burocratica bensì privata con addirittura segni dell’alfabeto siriano, come vocali.

 

Il medioevo greco è quindi segnato da una ricomparsa di beni e persone e da un ingrossamento delle necropoli. I greci occupano anche tutta la costa asiatica intorno al 1945 a.c. .

 

I vari spostamenti verso oriente identificano zone con dialetti diversi :

 - Settentrionali : greco eolico

 - Centrale : ionico

 - Meridionale : dorico

 

 

Anche nei generi letterari si può notare la differenza :

- Lirica : ionico

- Poesia corale : dorico

- Etc

 

 

INVASIONE DORICA

I Dori da nord vanno in Peloponneso ma, anche se per i greci antichi era un fatto certo, per i moderni ci sono molti dubbi, infatti il greco lineare B sembra aver generato il greco dorico. (Vedi Tucidide libro primo dove afferma che avviene 80 anni dopo la guerra di troia).

 

Teoria : Dori da-moi che si sono ribellati ai wanakes.

 

MITO

Il mito è un elemento strutturale di tutta la storia greca. In tutti i grandi centri del Peloponneso le aristocrazie credono di essere eraclidi : il mito legittima un potere esistente.

 

POLIS/POLEIS

Con la fine del medioevo greco nell’VIII secolo a.c. iniziano a formarsi le poleis, cioè comunità di cittadini definibile anche come Stato (comunità/territorialità/sovranità) in cui vi sono assemblee in cui i feaci hanno diritto di espressione e a comandare sono i basileis, come si trova scritto nell’odissea(VIII):

Dodici 1 insigni re governavano come capi

il paese, il tredicesimo sono io stesso.

 

La polis è una comunità non solo nel vertice ma ci sono altri individui (demos) che hanno pretese e sono gli unici che possono far prevalere una sentenza dei basilei (in forma di giudici) su questioni come l’eredità. Leggendo l’Iliade, libro diciottesimo :

 

E v’era del popolo nella piazza raccolto : e qui una lite sorgeva: due uomini leticavano per il compenso d’un morto; uno gridava d’aver tutto dato; gridandolo in pubblico, l’altro negava d’aver niente avuto: entrambi ricorrevano al giudice, per aver la sentenza, il popolo acclamava ad entrambi, di qua e di là difendendoli 2 […]

 

I nobili inoltre hanno il dovere di sentire la voce dei non nobili (kakoi cioè liberi). Esiste anche una boulè ovvero un consiglio dato dai nobili in cui il demos esprime la sua partecipazione. Esistono pure cariche pubbliche che sono annuali ed elettive( a Sparta efori nel 754, a Corinto pritane nel 749 ).

 

I nobili sono associati in gruppi a base familiare o parentale :

- Ghenos

- Bacchiadi : ghenos inventata di 200 famiglie

 

 

1 Basileis, nobili non dei 2 Solo il popolo fa prevalere una delle sentenze

 

 

 

La nobiltà è divisa anche in altri corpi come le fratrie ovvero associazioni senza particolare base parentale ma solo associati con culti comuni, combattono insieme. Si è membri solo per eredità familiare.

Le città greche sono divise in tribù (phylè) : nelle città ioniche sono sempre quattro e sempre con gli stessi nomi; nelle città doriche sempre tre e nelle città eoliche si usano solo le fratrìe.

 

 

COLONIE

Le colonie sono associate alla città madre a cui si attribuiva la partecipazione della spedizione, la distribuzione degli spazi cittadini, del territorio, dei culti e dell’organizzazione della comunità (anche per iniziative successive. Es : sub-colonie)

 

Bisogna però distinguere dalla colonizzazione di età arcaica perché erano migrazioni che non stabilivano comunità uniformi a quelle greche. Le prime vere colonizzazioni iniziano a metà VIII secolo e sono : occupazione, accaparramento violento di terre, cacciata degli autoctoni.

 

Motivazioni :

- Natura politico-religiosa

- Esigenze politiche e discriminazioni razziali

- Ragioni demografiche

 

Si difendeva la madre patria allontanando chi non possedeva il pieno possesso dei diritti politici (le donne non venivano considerate).

 

 

Magna Grecia e Sicilia

770 Pitecussa (Ischia), fondata da Calcide ed Eritrea

750 Cuma, da Calcide ed Eritrea

734 Nasso, da Calcide

733 Siracusa, da Corinto

730 Zancle (Messina), da Calcide e Cuma

728 Leontini e Catania, da Calcide e Nasso

727 Megara Iblea, da Megara

725 Reggio, da Calcide e Zancle

720 Sibari, dagli Achei

710 Crotone, dagli Achei

705 Taranto, da Sparta

700 Metaponto, dagli Achei

688 Gela, dalle tre poleis di Rodi e non specificate poleis di Creta

675 Locri Epizefirii, dai Locresi; Siri da Colofone

650 Imera, fondata da Zancle

627 Selinunte, da Megara Iblea

600 Poseidonia, da Sibari; Cauolonia da Crotone e dagli Achei

598 Camarina, da Siracusa

580 Agrigento, dalle 3 poleis di Rodi e Gela; Lipari, dalle 3 poleis di Rodi e Cindo

540 Elea (Velia), dai profughi di Focea

520 Dicearchìa (Pozzuoli) da esuli di Samo

480 Neapolis (Napoli) da Cuma

 

 

 

LEGISLAZIONI E SVILUPPI POLITICI

 

Con il VII secolo inizia a diffondersi il desiderio di vedere conservare il patrimonio delle consuetudini. Tra il 624/20 in Attica opera Draconte la cui arcaicità è attestata da Solone che mantiene una parte della sua legislazione : omicidi à controllo su pratiche prima riservate all’auto-tutelaà distinzione delitti : volontari, pretere intenzionale, giustificato.

 

Altri due legislatori importanti all’epoca furono :

v  Zaleuco : (colono Locride) Nel 670/60 scrive un severo codice che regola anche le eventuali modifiche alle leggi della città.

v  Coronda : Catanese VII-VI secolo, Noto per la completezza e la precisione della sua legislazione à circola tra tutte le località calcidesi

 

Questi sono importanti sia per una maturazione di contenuti (introduzione intenzionalità di reato) sia per essere leggi scritte.

 

 

OPLITISMO

Hòplayon : scudo (bronzo)+canotta(bronzo)+elmo+lanzia+spada corta+schinieri = 30/40 Kg.

 

Privo di senso il combattimento individuale à collettivo su linee su terreno pianeggiante (dove spesso il terreno è la questione del conflitto)

 

Tempo per fare la guerra regolato dall’orologio agricolo.

 

Problema : -

-        Non sappiamo il peiodo

• Le armature del X secolo, quasi non indossabili

• Testimonianze a partire dal 700 a.c.

 

-       Chi combatte in questo schieramento?

1- Oplitismo fenomeno democratico e rivoluzionario. L’armamento è personale quindi chi può permetterselo è un oplita; dunque nobili e contadini liberi stanno fianco a fianco.

2- Non c’è nulla di rivoluzionario : è aristocratico e per volere aristocratico si allarga

3-     Nel momento in cui sono tutti opliti, sono tutti nobili (nessun testo lo dice)

 

Aristotele in Politica parlando dello stato oplitico :

La prima costituzione tra gli Elleni, che succede alle monarchie, risultò di combattenti e fu all’inizio di cavalieri; ma cresciuti gli stati e aumentata la forza della fanteria, molte più persone entrarono a far parte della costituzione.

 

 

TIRANNIDE E DOPO TIRANNIDE : ISONOMIA E SINECISMO

Ipotesi :

1-     Tiranno come campione della propria eteria

2-     Tiranno come campione degli opliti

3-     Il tiranno nasce dai contadini contro i nobili

4-     Tirannide come scontro tra aristocratici

 

In realtà ciò che accomuna i tiranni è che sono tutti aristocratici e che tutti sono violenti contro l’aristocrazia. La tirannide è il risultato di scontri fra aristocratici ma seppur aristocratici i tiranni sono diventati simboli del pubblico. Infatti i tiranni si interessano dei contadini indebitati, della lotta contro il lusso, del rafforzamento statale e dell’allineamento dei culti nelle città.

Alla fine le tirannidi che hanno funzionato meglio sono quelle che hanno dato le premesse per essere abbattute, e infatti le tirannidi non durano.

 

Finita la tirannide nel VI secolo va formandosi l’isonomia, ovvero l’uguaglianza davanti alla legge, si estendono i diritti reali a livello dell’assemblea. A pari passo un altro processo che si sviluppa nel VI secolo è il sinecismo. Per sinecismo si intende l’unione, la fusione di vecchi abitati in un’unica comunità.

 

In realtà esistono due tipi di sinecismo :

Ø  Politici : piccole città si uniscono creando un loro centro politico, ma la popolazione rimane nei suoi abitati : si costruisce una capitale.

Ø  Demografici : abbandono vecchi abitati. Grossa parte della popolazione si aggrega nel nuovo centro.

 

Leggendo Tucidide (p. 307-309) si ritrova in Atene sia una forma di sinecismo demografico sia politico infatti Tucidide, dice prima :

Gli ateniesi dopo averlo ascoltato(Pericle) furono persuasi e cominciarono a portare in città dalla campagna i bambini e le donne e tutte le attrezzature di cui si servivano in casa

 

E continua

Al tempo di Cecrope e dei primi re, e poi fino a Teseo l’Attica era sempre consistita di poleis che avevano i propri magistrati e pritanei

 

Poi continuando afferma :

Ma quando divenne re Teseo[…]sciolse i consigli e le magistrature delle altre città stabilendo una sola camera di consiglio e pritaneo; unì tutti gli abitati in una città, e benchè ciascuno coltivasse le proprie terre come prima, li costrinse Atene come unica città

 

 

 

ARCONTE E SVILUPPI

Tra l’VII e il V secolo va formandosi anche un importante figura per il mondo greco e per la futura divisione dei poteri. Si forma infatti l’arconte ovvero un magistrato con funzioni di comando e garanzia.

Successivamente il magistrato viene affiancato da altri due (aumento dei campi di competenza pubblica) :

1-     Polemarco : comandante esercito cittadino

2-     Basileus : compiti sacerdotali e sacrificali]

 

Un ennesimo passo è l’istituzione di altre 6 figure, gli arconti tesmoteti, che hanno a che fare con la regolamentazione delle leggi.

Inoltre, circa nel 620, Draconte scrive un codice penale e civile su incarico della polis, per un’urgenza tra il 630 e il 620.

 

 

SOLONE E SVILUPPI

L’arconte Solone tra il 600 e il 590 riceve un mandato straordinario di pieni poteri, per fare una riforma. La riforma consiste d 2 parti :

 

1- Misure d’urgenza :

a)     Riscattare gli schiavi ateniesi

b)    Vietare la schiavitù per i debiti

c)     Annullare i debiti in corso

 

2- Ordinamento politico : Basato sulla cittadinanza, divide la città in 4 classi con diritti diversi

1-     Pentacosiomedini : chi dichiarava aver prodotto 500 medini. Può essere arconte e in caso di sbagli risponde con ciò che ha di proprio.

2-     Cavalieri : minimo 300/400 medini. Non sappiamo che diritti possedessero, ma sicuramente inferiori al livello dell’arcontato.

3-     Zeugiti : minimo 200 medini. Avevano il diritto di diventare opliti.

4-     Teti : da 0 a 199 medini. Avevano il diritto di cittadinanza, quindi di poter andare in assemblea.

 

L’innovazione di questa riforma è che è basata sul reddito. Questa è una timocrazia in quanto è un censo economico, inoltre è una costituzione e importante perché include anche gli umili. Solone viene considerato uno dei padri fondatori della democrazia perché ha preso i poveri e li ha confusi con i piccoli proprietari terrieri, inoltre c’era anche la possibilità di avanzare di classe.

Inoltre Solone è anche inventore del tribunale popolare :

 

a)     Forse per le condanne a morte

b)    Forse per giudicare reati contro la polis.

 

Per leggere il pensiero di Solone possiamo leggere i testi riportati da Aristotele, in cui Solone afferma di aver dato al popolo potere quanto basta, non dando troppo ne ai poveri che avrebbero voluto ripartire la terra ne ai ricchi che per la troppa sazietà sarebbero arrivati ad opprimere i meno abbienti. (Solone in Aristotele p. 43-45-47)

Questa NON è una democrazia, è piuttosto un regime moderato.

 

Dopo Solone la situazione non migliora. Nel 582 diventa arconte Damasia che a scadenza del mandato non depone i poteri ma procede alla nomina di un collegio di 10 arconti di cui 5 erano rappresentanti delle grandi famiglie, 3 possedenti agricoli, 2 ricchi artigiani.

Questo sistema costringeva piccoli proprietari contadini e artigiani ad intrattenere rapporti personali di natura clientelare con le grandi famiglie. Questo portò alla formazione di partiti :

1-     Costieri : capo Megale

2-     Pianura : capo Licurgo

3-     Montagna : (popolazione povera) capo Pisistrato.

 

 Cosi facendo si bloccò il confronto politico ateniese bloccando la polis. Pisistrato nel 561/60 si ferisce da solo e sanguinante va in assemblea, la quale gli concede 300 uomini di guardia, con i quali conquista il potere. Pisistrato subisce due e esili ma nel 546 ritorna definitivamente. Il secondo esilio avviene perché Pisistrato non consuma il matrimonio con la figlia di Megacle, quest’ultimo offeso toglie il sostegno.

Gli anni di Pisistrato sono caratterizzati da un dominio sull’Egeo (fonda una colonia a SIgeo ) e da una politica di compensazione e conciliazione. Infatti in Aristotele (p. 53-55) leggiamo:

 

Pisistrato governava la città più politicamente che da tiranno : nel complesso, infatti, era generoso, mite e clemente con i delinquenti; per di più prestava denaro 3ai poveri per i lavori, cosicchè si guadagnavano da vivere facendo gli agricoltori.

 

Morto Pisistrato nel 528/27 prende il potere il figlio Ippia, ma la tirannide del padre aveva gettato le basi per la demolizione della tirannide stessa. Infatti la tirannide apre la prospettiva del pubblico e quindi dell’inutilità stessa della tirannide.

La svolta avvenne nel 514 con l’attentato ad Ippia. Dopo questo avvenimento Ippia inasprisce il suo atteggiamento ma nel 513 gli alcmeonidi aiutati da Sparta, fanno cadere Ippia.

Dopo Ippia Clistene avvia una riforma isonomica, ovvero vuole dare il massimo potere politico a livello assembleare.

 

 

Dalle parole di Erodoto (p. 75) :

In essa (Atene) primeggiavano due uomini, Clistene […] e Isagora di Tisandro. […]Clistene, essendo inferiore, aggiunge il popolo alla sua eteria e poi divide gli ateniesi in dieci tribù.

 

Clistene poi viene cacciato da Isagora ma successivamente viene richiamato. Aristotele (p.63) spiegando la cacciata di Clistene da parte dell’ospite di Isagora, CLeomene continua :

 

Fatto ciò, tentò di sciogliere il consiglio 4 e di imporre a capo della città Isagora e trecento suoi amici. Ma il consiglio oppose resistenza e il popolo si riunì, Cleomene e Isagora si rifugiarono sull’acropoli e il popolo li strinse sotto assedio per due giorni.

 

 

 

GRECI E BARBARI TRA ORIENTE ED OCCIDENTE

Il mondo greco di fine VI e inizia V secolo appare un mosaico di storie locali. In questa prospettiva bisogna concentrarsi su :

û  Orizzonte microasiatico (per le dinamiche innescate dall’impero persiano)

û  La Grecia propria

 

3 Cassa tiranno = cassa città?

4 Diverso dagli arconti vecchi in quanto questi ultimi erano gli stessi scelti dal tiranno stesso. Quindi questo consiglio è già la riforma avviata da Clistene.

 

û  Ambiente coloniale d’occidente

 

 

LE CONQUISTE PERSIANE

Nel 550/49 il principe persiano Ciro sconfisse il re dei Medi (popolo iracheno) Astiage annettendo cosi l’ampio regno e producendo un rivolgimento di portata storica per tutta la durata del Medio Oriente.

Nel giro di pochi anni Ciro espande il suo impero dalle rive del mediterraneo e dell’egeo alle Mesopotamia e all’Asia centrale.

Nel 547/46 conquista Sardi e il regno di Lidia. Fra il 545/40 vince in Asia centrale e nel 539 sconfigge l’ultimo sovrano babilonese e conquista la babilonia.

 

Dopo la morte nel 529 sarà il figlio Cambise a completare l’unificazione del mondo medio orientale con la conquista dell’Egitto.

La morte del dispotico Cambise introduce un periodo di gravi turbolenze, da qui nel 522 emerge Dario fondatore della dinastia achemenide. Riprendendo la politica espansionistica tra il 519/18 avanza in Asia centrale e India. Crea inoltre una grande riforma amministrativa e organizzativa dell’impero che ha le basi nella creazione di un nuovo sistema di impostazione tributaria, basato sulle satrapie, 20 grandi circoscrizioni territoriali.

Inoltre la popolazione fu sottoposta ad altre detrazioni in particolare per la fornitura di contingenti militari.

Per la prima volta la politica espansionistica si dirige verso l’Europa nel 513/12 in Tracia e in Scizia.

 

Quindi verso il 500 i Persiani controllano tutto il bacino orientale del mediterraneo.

 

 

 

 

LA RIVOLTA IONICA

Nei primi decenni nel V secolo iniziarono a svilupparsi una serie di conflitti tra Greci e persiani. Il primo episodio di opposizione contro i persiani fu la rivolta ionica, a determinare la quale contribuirono le dinamiche interne alla poleis microasiatiche il cui sviluppo politico ed economico risultava bloccato dall’intervento di tiranni.

 

Antefatto importante fu l’imporsi dell’isonomia a Mileto che spinse anche altre città ad una domanda di riforme politiche. Aristagora, capo della rivolta di Mileto, e pianificatore delle altre rivolte chiese aiuto in Grecia ricevendo l’appoggio di Atene e Eretria. L’impresa degli insorti innesca l’adesione di Carii e Licii e di una parte di ciprioti, ma considerando l’importanza dell’isola i persiani si mossero subito contro quest’ultimi.

Nel frattempo uno dei tre fronti viene sbaragliato e Aristogora ucciso in Tracia. Vi è una temporanea sospensione delle operazioni belliche ma nel 494 le forse persiane convergono su Mileto con conquista, sacco e assedio della città.

 

Le forze persiane punirono duramente anche le altre città ribelli.

 

 

LA PRIMA GUERRA PERSIANA

Le forze persiane miravano a espandersi e punire ateniesi ed eretriesi. Infatti nel 491 ci fu la richiesta di sottomettersi alle forze persiane, ma se molte città accondiscevano Atene e Sparta reagirono. Nel 490 la flotta persiana entra nell’Egeo toccando Rodi e Samo, da qui punta su Nasso che viene conquistata ed incendiata.

A metà dell’anno tocca ad Eritrea per poi passare a Maratona, alla notizia dello sbarco, gli ateniesi si affrettarono a chiedere aiuto a Sparta ma decisero di attaccare subito armando anche gli schiavi.

Gli ateniesi decisero di attaccare alla prima occasione favorevole (ci volevano 10 giorni per l’esercito spartano). Fu cosi che a settembre i greci affrontarono fortunatamente i persiani con una forza tale da farli fuggire verso le navi, dei greci caddero solo 190 uomini, dei persiani 6000.

 

 

TRA LE DUE GUERRE

Durante una spedizione muore Milziade(generale ateniese) e da qui inizia un’impressionante sequenza di ostracismi, ovvero punire, con esilio, chi si pensava volesse tradire la polis:

Ø  488/87 Ipparco (parente Pisistrato)

Ø  487/86 Megacle

Ø  485/84 Santippo

Ø  483/82 Aristide

 

Dietro questo processo si nota l’atteggiamento politico nei confronti dei persiani. Ma non ci fu solo questo, questo periodo vide anche riforme, inoltre si affermò politicamente Temistocle.

 

 

LA SECONDA GUERRA PERSIANA

In Persia nel frattempo morì il Re e, il suo successore, Serse creò un’armata gigantesca e nel 481 iniziò la spedizione verso i Sardi. Ciò preoccupò i greci che si riunirono in una “lega degli elleni” sotto il controllo degli spartani. Nel 480 Serse raggiunse la Grecia centrale. Nel frattempo la lega ellenica andava ad attestarsi all’estremità settentrionale dell’Eubea creando una seconda linea al passo delle Termopili dove nel 480 sotto il comando del re spartano Leonida venne inviata una guardia di circa 4000 uomini opliti (fra cui 300 spartani).

La flotta greca, forte di 324 triremi, si attestava sulla costa settentrionale dell’Eubea, dove i greci vinsero i primi scontri infliggendo ai persiani gravi perdite. Nel frattempo l’esercito di Leonida veniva accerchiato mentre Leonida e i suoi spartani si sacrificarono fino alla fine. I persiani dilagarono cosi nella Grecia centrale nel frattempo l’Attica veniva evacuata a Salamina e Trezene. Cosi Serse invade facilmente l’Attica e raggiunge Atene, dando alle fiamme i templi ateniesi.

Intanto la flotta ellenica si concentrava nel canale di Salamina e i persiani al Falero. Temistocle forza i persiani a ingaggiare battaglia nelle acque del canale dove i greci vinceranno nettamente.

Serse decise, di ritirarsi in Asia minore ma le forze terrestri persiane erano in Tessaglia e nell’inverno del 480/79 Mardonio cerca di indurre Atene alla resa. In primavera quando Mardonio torna ad invadere la Grecia gli ateniesi sono costretti ad evacuare, e viene nuovamente assediata dai persiani, mentre i Peloponnesici sotto il comando di Pausania si concentrano sull’istmo di Corinto.

 

Poi ci fu un attacco persiano allo schieramento greco, attestatosi nei pressi di Platea, che sembrava disarticolato ma le forze spartane reggono l’urto e contrattaccano liberando la Grecia. Nel frattempo gli spartani aggrediscono di sorpresa i persiani a Chio e Samo, determinando la ribellione di tutte le città ioniche.

 

Tutto si completò nel 478 con la liberazione, da parte degli ateniesi, della città di Sesto.

 

 

IN OCCIDENTE: LE GUERRE CONTRO I CARTAGINESI, GLI ETRUSCHI E GLI IAPIGI

Tra il VI e V secolo la Sicilia conosce una tirannide caratterizzata da spiccati aspetti dinastici ed espansionistici. È a Gela che si ritrovano le più significative esperienze, con Ippocrate e Gelone. Ippocrate intraprende un’ambiziosa politica espansionistica soprattutto ai danni delle città calcidesi della Sicilia orientale, che lo porterà a creare il primo impero territoriale siceliota. Il tiranno conquista prima Leontini (Siracusa), Callipoli e Catania e poi verso nord per impadronirsi di Nasso e zancle (Messina).

Nel 492/91 il tiranno aprì un nuovo fronte nella Sicilia sud-orientale, con la conquista di Camarina (provincia Ragusa). L’anno seguente il tiranno morì lasciando a Gela un ampio impero. Le speranze di libertà della popolazione furono subito soffocate da Gelone, comandante della cavalleria di Ippocrate, il quale si impossessò del potere.

Aspetto essenziale della politica di Gelone fu la salda alleanza con la famiglia degli emmenidi, che con Terone aveva instaurato la tirannide ad Agrigento. Si creò cosi un blocco di potere comprendente gran parte della Sicilia in grado di minacciare le posizioni cartaginesi. Gelone conquistò anche Siracusa inaugurando una politica di distruzione di città. Nel 483 fuori dal blocco Siracusa - Agrigento rimangono : Messiana, Selinunte e Imera (retta dal tiranno Terillo, vicino a Cartagine). Aggredito da Ierone(fratello di Gelone e tiranno di Gela) e cacciato da Imera, fece appello a Cartagine, già preoccupata dalla politica espansionistica di Agrigento.

 

Si definì cosi lo scontro fra Sicelioti e Cartaginesi che doveva giocarsi nel 40 nei pressi di Imera. La grande armata condotta da Amilcare in Sicilia venne investita e sbaragliata dall’esercito geloniano e lo stesso Amilcare perse la vita. Gelone concesse rapidamente un trattato di pace :

 

Cartagine manteneva le sue posizioni nella cuspide occidentale dell’isola e veniva obbligata al pagamento di un’indennità di guerra e alla costruzione di due templi in Sicilia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’ASCESA DI ATENE E DELLA DEMOCRAZIA

DALLA FONDAZIONE DELLA LEGA DELIO-ATTICA ALLA POLITICA DI CIMONE

Il periodo compreso tra le guerre persiane e la guerra del Peloponneso è noto come Pentecontaetìa. L’egemonia di cui aveva goduto Sparta durante il conflitto non sembra in ABCtribe.com ABCtribe.com - [Pagina 13] grado di reggere di fronte a più ampie prospettive dopo la ribellione al Re delle città ioniche insulari nel 479, che trovano invece gli Ateniesi pronti ad assumerle in proprio e a sfruttarne tutte le opportunità. In effetti già accolti nella lega ellenica lasciarono all’ateniese Santippo il comando della flotta alleata. Poi inviarono gli spartani un generale, ma quando fu richiamano gli ioni offrirono l’egemonia agli Ateniesi. Un anno dopo Sparta abbandonava la guida della lega ellenica lasciando ad Atene il compito di portare avanti la guerra. Atene era consapevole sia dei possibil conflitti con Sparta sia delle opportunità egemoniche.

 

Nel corso del 478/77 Atene formò la lega delio-attica, con 120 poleis. Benchè l’obiettivo dichiarato era di opposizione al nemico persiano l’alleanza non può esser vista come semplice allargamento della precedente. Perno dell’organizzazione, è infatti Atene che esprime il suo ruolo di potere sia da un punto di vista militare sia da un punto di vista di gestione delle finanze comuni. Infatti l’alleanza prevede che le città aderenti contribuiscano con dei contributi in base alle proprie risorse, che potevano essere sia forniture (navi) sia versamenti in denaro. Siccome con il tempo si fecero sempre più numerose le città che preferivano versare denaro l’utilizzazione dei fondi si tradusse in potenziamento dei continenti ateniesi nella flotta federale e dunque nel rafforzamento dell’egemonia di Atene. In questo scenario emerse Cimone, figlio di Milziade, il vincitore di Maratona. Dopo l’uscita di scena di Pausania e Temistocle si delineò un’epoca cimoniana, il cui primo decennio è segnato dall’espansione della lega dlio-attica.

 

L’apogeo di Cimone viene segnato dalla schiacciante vittoria sulle forze persiane, avvenuta nel 466 dopo una controffensiva da parte di Serse. Morto Serse nello stesso anno andava delineandosi sempre più la figura egemonica di Atene sul mare.

 

È in questo quadro che vanno lette le due vicende della secessione di Taso, sobillata dal re macedone Alessandro I e all’insediamento nel 466/65 di una colonia patrocinata da Atene alla foce dello Strimone, mirante al controllo del Pangeo e dei commerci lungo la costa tracia. Atene non esitò a rispondere alla rivolta con la guerra, i Tasii furono costretti ad arrendersi. Ma gli ateniesi si vedono bloccati dalla sanguinosa sconfitta di Drabesco a opera dei traci.

 

In quegli stessi anni il Peloponneso fu colpito da un terremoto che provocò un’insurrezione degli iloti contro Sparta. Sparta fu costretta a chiedere aiuto anche ad Atene che inviò immediatamente 4000 opliti. Quando gli spartani inviarono in dietro gli opliti ateniesi in Atene la situazione politica era mutata. L’allontanamento di un corpo cosi notevole di opliti aveva consentito una rivoluzione politica, Cimone fu ostracizzato nel 461 con l’accusa di Pericle di essere “nemico della democrazia”.

 

 

LA SPEDIZIONE ATENIESE IN EGITTO E LA PRIMA GUERRA DEL PELOPONNESO

Gli Ateniesi ruppero l’alleanza con Sparta e strinsero nuove alleanze con Argivi e Tessali. Ciò delinea una certa ostilità nei confronti di Sparta. Ancor più significativa è l’alleanza stretta da Atene nel 461/60 con Megara, allora in guerra con i Corinzi. Gli ateniesi occuparono subito il porto occidentale di Megara e costruirono delle lunghe murra colleganti la città al suo porto orientale, sbarrando cosi la strada del Peloponneso verso l’Attica, in seguito consolidarono le loro posizioni sul golfo di Corinto impadronendosi di Naupatto e installandovi i Messeni che avevano lasciato il Peloponneso.

Nello stesso tempo Atene , 460/59 Atene aveva risposto ad una richiesta del re libico Inaro, che si era rivoltato contro Arteserse riuscendo a sconfiggere in un primo momento le forze persiane. Atene inviò le forze navali che si trovavano a Cipro. Arteserse rispose chiedendo agli Spartani di invadere l’Attica. Nella fase iniziale le forze di Inaro vincono quelle persiane ma una nuova spedizione inviata da Artaserse riuscì a sconfiggere le forze greche e a stringerle d’assedio nell’isola di Prosopitide. Nel 454 l’assedio terminava con la conquista persiana e il massacro dei Greci. Inaro venne ucciso, la Persia riprese sotto il suo controllo il territorio e le forze greche furono distrutte, anche se ciò non fece un grave danno alle forze della lega delio-attica.

 

Per ciò che riguarda il Peloponneso, la cosiddetta prima guerra appare finalizzata al controllo del golfo Saronico e del golfo di Corinto. I primi scontri iniziati da Corinto, intenti a impedire l’installazione degli ateniesi in Megaride, si concludono in un nulla di fatto : gli Ateniesi persono nella battaglia terrestre di Alei, ma poi portano a casa una vittoria navale nei pressi dell’isola di Cecrifalia nel 459/58. Nello stesso anno Atene vince nuovamente e mette sotto assedio Egina. Ma nel frattempo si apre un nuovo fronte in Grecia centrale con l’aiuto degli spartani agli abitandi della Doride, attaccati dai Focidesi. Nel 457, sulla via del ritorno, gli Spartani si scontrano con gli Ateniesi e i loro alleati,in Beozia, infliggendogli una severa sconfitta. Solo due mesi dopo gli Ateniesi invasero la Beozia sconfiggendo l’esercito beotico.

 

Nel 457 avvengono inoltre, ad Atene, gravi tensioni interne legate alla paura che la spedizione peloponnesiaca si potesse ritorcere in Attica. VI furono quindi tentativi di rivoltare la democrazia, ma falliti infatti in quell’anno gli Ateniesi decido nodi reclutare gli arconti anche nella terza classe di Censo. Comunque per motivi di stabilità si decise di richiamare Cimone. Sotto il comando di Tolmide nel 456/455 gli Ateniesi incendiano l’arsenale spartano di Giteo e penetrano nel golfo di Corinto . L’assenza di reazioni da parte dei peloponnesiaci spinge Pericle, nel 454/53, a tornare ad operare con la flotta nel golfo di Corinto, dove sconfigge per la seconda volta SIcione e aggrega all’alleanza le comunità achee.

 

Ormai entrambe le parti erano stanche, ma solo nel 452/51 su iniziativa di Cimone le due parti arrivarono a negoziare una tregua di 5 anni. Atene era uscita dal conflitto in modo vantaggioso, infatti ei era distinza per la sua potenza, ora poté dedicarsi al fronte orientale. Nel 450 Atene prova ad invadere Cipro, ma deve tornare sconfitta, con anche la morte di CImone. Nel tornare da Cipro gli ateniesi incontrano i persiani ma vincono nettamente. È da qui che bisogna guardare la pace di Callia del 449, ovvero un trattato tra Atene e Persia. Questa pace però privava la lega delio-attica del suo scopo e quindi rischiava di provocarne la disgregazione.

 

Nel 449/48 gli Spartani intervengono in Focide, a difesa di Delfi, determinando lo scoppio della “seconda guerra sacra”combattendo contro i Focidesi sostenuti da Atene, sviluppando dinamiche destabilizzanti nella zona beotica. Gruppi di esuli beoti riuscirono a impadronirsi si Orcomeno e Cheronea. Gli ateniesi intervenirono, ma dopo una prima vittoria subirono una pesante sconfitta, che li obbligava ad abbandonare tutta la Beozia. Inoltre nel 446 Atene di trovoò di fronte alla ribellione dell’Eubea e di Megara. L’eubea chiese aiuto a Sparta che in un primo momento intervenì devastando l’Attica, ma poi si ritorò, lasciando a Percicle la possibilità di domare la rivolta.

 

L’esigenza di tregua tra Atene e Sparta portò alla pace dei trent’anni nel 446/45 : gli ateniesi dovevano evacuare le loro posizioni nei territori nella lega Peloponnesica, i porti di Megara, Trezene e l’Acaia ma avrebbero potuto conservare Egina.

 

 

 

LA POLITICA IMPERIALE DI ATENE E L’ETÀ DI PERICLE

La pace di Callia e la pace dei trent’anni presentano l’affermarsi della politica Imperiale di Atene. Atene mostrava un uso spregiudicato di potere e un ‘egemonia spontaneamente concessa dagli alleati che si era trasformata in una forma di dominio, vera e propria tirannide.

 

Negli anni seguenti, la politica imperiale di Atene sembra rivolgersi soprattutto verso l’Egeo settentrionale e il Ponto, presentandosi come difensore delle popolazioni greche di fronte alla minaccia dei barbari e insediando coloni ateniesi. Più ampie iniziative coloniali si sviluppano soprattutto sulle coste traco-macedoni, dove negli anni 40 era stata fondata Brea. Atene nel 437/36 fondò anche Anfipoli, importante dal punto di vista economico e strategico, dal momento che controlla un ampio bacino forestale. Questo delinea l’interesse di Atene per la regione traco-macedone. Lo sviluppo del processo storico porta da un bipolarismo non conflittuale, tra Sparta e Atene, allo scontro, che si accende nelle aree di interferenza tra i due sistemi : la Grecia centrale e il golfo Corinzio.

 

Protagonista di queste dinamiche politiche è Pericle, figlio di Santippo. Pericle appare una figura molto complessa. Pericle fu la sintesi di Tmistocle e Cimone, riuscendo a mantenere la leadership ad Atene per un periodo molto più lungo di chiunque altro. Dopo la pace di Callia del 449 e la morte di Cimone la sua posizione alla guida dello stato ateniese assunse caratteri di assoluta centralità. Base fondamentale fu la carica politica e meno strategica che intrattenne dal 443 al 430. Pericle fu l’unico stratega, dei 10 eletti ogni anno, a essere rieletto costantemente.

 

Prima di tutto Pericle dovette sbarazzarsi di Tucidide che l’aveva aspramente criticato riguardo al finanziamento di grandi lavori pubblici, per i quali Pericle aveva utilizzato il Tesoro federale. Nel 443 fu votato l’ostracismo e l’esilio di Tucidide, da ora i suoi oppositori evitarono di attaccarlo direttamente.

Pericle condusse Atene in quel difficile percorso di crescita ed espansione imperiale che doveva portarla allo scontro con Sparta, ma che egli seppe gestire con equilibrio.

 

 

L’OCCIDENTE GRECO

I decenni seguiti alle grandi battaglie contro i Cartaginesi e gli Etruschi videro la scomparsa dei regimi tirannici.

Nel mondo siculo si mettono in moto dinamiche nuove che pochi anni dopo daranno vita alla straordinaria vicenda di Ducezio. Nel 459 questi si impadronì di Morgantina e nel 453 tentò di raccogliere le comunità sicule in un organizzazione politica sancita dalla fondazione della città di Palice. I disegni politici sembrano riconducibili a un modello tirannico : un esercito di mercenari, uno stato territoriale e un potere monarchico. La novità sta nell’orizzonte etnicogeografico siculo. I rapporto con le città calcidesi furono cordiali ma non con Agrigento e Sicarusa che, nel 450, ebbero la meglio su Ducezio e lo inviarono in esilio. Dopo due anni tornò in Sicilia per fondare una città sul sito di Calatte. Nel frattempo i siracusani avevano preso il controllo di buona parte del territorio e la morte del capo siculo, metteva fine a questa vicenda. Nel frattempo le città italiote, in primo luogo Crotone, conoscevano un sommovimento interno legato alla crisi delle aristocrazie pitagoriche. Sono gravi gravi scontri e contrasti intestini a cui pongono fine interventi esterni, in particolare dalla comunità metropolitana dell’Acaia peloponnesiaca. Nel 453 venne rifondata Sibari ma subito venne attaccata da Crotone. Sibari chiese aiuto a Sparta ed Atene. Con l’appoggio di 2000 uomini ateniesi nel 446 viene rifondata con nuovi coloni ma dopo un anno, per contrasti interni, vengono cacciati i vecchi Sibariti e vieni rifondata la città (444) con il nome di Turii. Questa vicenda introduce il problema della politica occidentale di Atene. Non sembra storicamente possibile ipotizzare un intervento di atene prima degli anni 50 del V secolo. L’iniziativa ateniese che portò alla fondazione di Turii si inserisce nella prospettiva politica periclea con una apertura strategica verso l’occidente , al di fuori dei limiti posti dal trattato di pace.

 

 

LA POLIS IN ETÀ CLASSICA

È essenziale definire come evolve la struttura della polis in età classica. A partire dal V secolo concezione fisica e comunitaria convivono, intrecciandosi con quella istituzionale, cosi che il termine viene usato per indicare : tutta la popolazione insediata nel territorio poleico, solo i cittadini in senso stretto, la comunità civica come insieme dei soli cittadini con le loro famiglie.

 

è opportuno inoltre sottolineare le differenza riscontrabili tra le polis : dimensioni territoriali, differenze nelle risorse e nelle potenzialità di sfruttamento dei territori stessi. Queste differenze si in trisecano anche sul piano socio-demografico ossia nelle dimensioni e nella composizione della popolazione residente.

Differenzi notevi si riscontrano anche nei caratteri insediativi.

 

Pur tenendo conto della polivalenza della nozione di polis restano riconoscibili alcuni caratteri fondamentali. Ciò che sembra qualificare la polis è in primo luogo un forte rapporto tra un centro e una periferia. Si possono individuare la città, centro politico e religioso, e la sua cambagna, con i poli dialettici di un’esntità che si struttura come comunità unitaria e autonoma. In questo senso vanno individuati altri due punti : il ruolo della religione poliadica edall’altro la nozione di autonomia, come piena sovranità giuridistizionale della polis. Tra i segni principali in cui si esprime l’autonomia è l’emissione di monete.

 

 

CITTADINI, CITTADINANZA E ARTICOLAZIONE DELLA COMUNITÀ CIVICA

L’orizzonte della città classica comporta la necessità di richiamare la realizzazioni storiche del modello della polis sul piao delle strutture istituzionali e della forme di vita politica. Punto di partenza è il fatto che la vita politica riguarda direttamente solo i politai, i maschi adulti dotati di pieni diritti politici. Questo aspetto è regolato dalla politeia, la cittadinanza, lo statuto di cittadino in quanto membro a pieno titolo della comunità. La variabilità dei principi per godere dei diritti di polites è espressione degli assetti politico-costituzionali della comunità che definisce, in forme più o meno ampie, la composizione del corpo civico. L’identità della polis è soggetta a sensibili mutazioni in rapporto all’evolversi della sua vicenda politica e costituzionale. È tuttavia possibile individuare alcuni criteri di base, che informano la concezione di cittadinanza :

 

1-     La nascita, ossia l’esser figlio di un cittadino

2-     La proprietà terriera o meglio il diritto a possedere terre e case

3-     La partecipazione alle attività militari

4-     L’integrazione socio-culturale

 

 

DEMOCRAZIA E OLIGARCHIA : ATENE E SPARTA

Pericle aprirà il via alla democrazia con l’introduzione di un compenso per la partecipazione all’assemblea e ai tribunali. Dal modello ateniese emerge ce gli assetti istituzionali della polis democratica sono fondati su una definizione della politeia che riconosce i pieni diritti politicia tutti i liberi di statuto cittadino. Ne deriva che la struttura principale è l’assemblea del demos, luogo per l’esercitazione del principio dell’isegorìa, uguale diritto di parola, e principale organo legislativo. La boulè esercita funzioni di tipo istruttorio e propedeutico, ma estremamente importanti per le sue competenze specifiche in materia legislativa e finanziaria. Rilevante è anche il potere di controllo sui magistrati. Nella stessa logica si inserisce anche il concetto di temporaneità e della collegialità delle magistrature, le cui regole d’accesso vedono una significativa persistenza, accanto al sorteggio, del principio dell’elezione. Un ultimo elemento essenziale del funzionamento di Atene è individuare nel sistema delle “liturgie”, che facevano gravare sui ceti più abbienti il peso finanziario dovuto alle spese per il funzionamento dello stato e per servizi pubblici di vario genere, di cui beneficiavano i ceti popolari. Di fronte a questo modello quello della città oligarchica si differenzia fondamentalmente nella definizione della cittadinanza di pieni diritti politici in termini restrittivi. Ne deriva una diversa estensione e articolazione del corpo politico, ma anche significative differenze nelle funzioni degli organi istituzionali, con una forte accentuazione dei poteri del consiglio, nonché di quelli connessi all’esercizio delle magistrature, conferite con procedure rigorosamente elettive, sulla base di precise qualificazioni familiari. Più complesso appare l’ordinamento di Sparta, la sua organizzazione rappresenta un caso eccezionale già a partire dalle dimensioni del territorio, comprendente tutta la parte meridionale del Peloponneso, e articolato in aree dallo statuto differenziato. Sparta prevede , accanto alla presenza della regalità ereditaria, la presenza di orgnai collegiali con aspetti fortemente peculiari. L’apellia si limita a ratificare le decisioni prese dalla gherousia, mentre i più significativi poteri politici spettano alla magistratura elettiva.

 

 

 

 

 

LA GUERRA DEL PELOPONNESO E L’OCCIDENTE SICILIANO

 

CAUSE E RESPONSABILITÀ

Bisogna considerare le cause immediate della guerra del Peloponneso, al cui scoppio contribuiscono Corinto e gli intricati rapporti con le sue colonie. La volontà di contrastare l’influenza di Corcira, antica colonia ormai virale, spinge Corinto a una politica spregiudicata per conquistarsi il potere, il controllo sulle città greche del continente epirota. I corciresi chiedono aiuto ad Atene. Gli ateniesi inviano a Corcira delle navi a presidiare il mare, inducendo cosi i Corinzi a ritirarsi.

Il deteriorarsi dei rapporti fra Ateniesi e Corinzi influisce anche sulla città di Potidea, appartenente alla lega delio-attica, ma legata alla madre padria Corinto, da cui riceve i magistrati annuali. Il malcontento dei cittadini di Potidea, ai quali Pericle raddoppia il tributo, si inserisce in un clima più generale di sospetto nei riguardi di Atene. Pericle impone ai cittadini di Potidea di consegnare degli ostaggi e di allontanare i magistrati corinzi, il rifiuto di tali imposizioni da parte di Potidea, nel 432, coglie di sorpresa Pericle che si trova impegnato nell’assedio di una città molto lontana dall’Attica. Inoltre Pericle con un decreto impedisce ai Megaresi l’accesso ai porti della lega delio-attica e riceve anche critiche dagli Egeti, che si lamentano di non avere l’autonomia promessa. DI conseguenza la lega Peloponnesiaca si riunisce a Sparta nel settembre 432 dichiarando che gli ateniesi hanno violato la pace del 446. Sparta quindi invia varie ambascerie chiedendo la recessione delle iniziative su potidea, Megara ed Egina, ma Atene non accetta cosicchè i rapporti si rompono definitivamente. Ciò portò a scontrarsi, quando entrambe erano al culmine della crescita.

 

 

LA GUEARR “ARCHIDAMICA”

Rinunciare alla guerra significherebbe rinunciare a posizioni di forza, il modo in cui si arriva alla guerra è esemplare di come due blocchi si trovino di fronte all’impossibilità di fuggire al conflitto.

 

Nel 432/1 scoppia la guerra, e finisce il miracolo Pericleo(si veda discorso Pericle citato da Tucidide a p 334-335).

Si crea una spirale per cui i ricchi vengono tu court esplicitamente richiesti come classe che facciano le liturgie (costruiscano le navi e le mantengono). Il demos soggioga i possessori della ricchezza in seno ad un indirizzo delle ricchezze ai fini della guerra, i ricchi vengono costretti moralmente. Molti vogliono fuggire da questa oppressione sociale e culturale ma chi non partecipa alla guerra è un traditore, come il giacobinismo non ammette chi non vuole essere ammesso nella rivoluzione. Questo porta ad una tendenza totalitaria in cui anche il privato viene inglobato nel pubblico in un “chi non è per la guerra non è democratico”.

 

I primi dieci anni di guerra prendono il nome dal re spartano Archidamo, che muore nel 427. Egli è responsabile delle prime campagne al comando dell’esercito dei Peloponnesiaci, rinforzato da contingenti beoti. La guerra del Peloponneso inizia in Beozia, quando i Tebani tentano di occupare Platea, suscitando la reazione degli ateniesi che uccidono i tebani fatti prigionieri. Questo episodio suscita la reazione dei Beoti e dei Peloponnesiaci, che pongono sotto assedio la fortezza di Enoe, punto chiave sulla strada Atene-Platea, per poi avanzare nell’Attica e bruciare i campi, mentre la popolazione è già al riparo delle lunghe mura; infatti Pericle fa evacuare tutta l’Attica in un sistema difensivo urbano. La controffensiva di Pericle si manifesta sul mare : effettuandoo il periplo del Peloponneso in senso orario saccheggiandone la costa . Ancora Pericle caccia gli Egineti dalla loro isola che diviene sede di una cleruchia attica (colonia greca con finalità militari). Nella primavera del 430 Archidamo riprende la campagna con l’intenzione di invadere la parte centrale dell’Attica, ma dopo 40 giorni riparte per paura della peste che in quell’anno colpisce l’Attica e Pericle. I fallimenti degli spartani e il diffondersi dell’epidemia suscitano contro Pericle una reazione tanto violenta da farlo destituire, ma già nel 429 viene rieletto, e pochi mesi dopo muore di peste, i successori diventano Cleone e Iperbolo. A causa della pestilenza gli spartani si tengono a debita distanza dall’Attica e vanno ad insediare Platea, nel frattempo va a buon fine l’assedio di POtidea.

 

In occasione della rivolta di Mitilene, repressa da Atene, si mette in mostra Cleone fautore di una punizione spietata per l’isola ribelle. Nel 427 la politica ateniese riprende vigore con la presa di potere dei democratici a Corcira, ma soprattutto con l’invio di una spedizione in Sicilia. Primo di una serie di interventi tesi a garantire, ad Atene, l’approvvigionamento di grano, la spedizione è sollecitata da Leontini, in nome di una antica alleanza.

 

Nel 426 la razzia dell’Attica da parte di un Sparta viene fermata da un terremoto nel Peloponneso ma Sparta fonda una colonia presso le termopili, Eraclea Trachinia. Nel 425 da Atene parte una flotta per Corcira(= corfù) e per la Sicilia, ma è dirottata da una tempesta a Pilo, in una posizione ideale per combattere gli spartani, distratti dall’invasione primaverile dell’Attica. Demostene, infatti, riesce a tener testa agli spartani fino al ritorno della flotta principale che sbaraglia gli spartani e li costringe alla resa.

 

Gli ateniesi cercano poi di riprendere il controllo della situazione siceliota, inviando nell’isola un’altra grande flotta. Ma tale gesto insospettisce i sicelioti che nel 424, di comune accordo, con un congresso tenuto a Gela deliberano che la presenza ateniese non è ben accetta nell’isola, solo nel 418 Atene riuscirà a tornarvi.

Nel 424 inoltre gli ateniesi vengono sconfitti da Beoti a Tanagra, inoltre gli spartani si impossessano di Anfipoli e molte città alleate di Atene passano dalla parte di Brasida, spartano. Cleone nel 422 organizza una spedizione per Anfipoli che risulta rovinosa, nella quale Cloene e Brasida muoino. Nell’aprile nel 421 si arriva alla pace di Nicia, nome del mediatore, che rpevede una tregua di cinquant’anni, la restaurazione di Anfipoli e delle altre città calcidiche ad Atene, di Pilo e Citera a Sparta.

 

DOPO LA PACE DI NICIA

La pace di Nicia viene concordata solo tra Sparta e Atene confermando quel bipolarismo delle forze politiche greche. Inoltre nel 421 scade la pace trentennale tra Sparta e Argo/Atene. In questo clima politico emerge, ad Atene, la figura di Alcibiade, che viene eletto per la prima volta come stratego nel 42/19, in chiara opposizione al pacifista Nicia. Nel suo primo anno di carica fa aderire agli ateniesi una nuova alleanza con Argo, Mantiena e l’Elide. L’anno ABCtribe.com ABCtribe.com - [Pagina 20] successivo egli riesce con un pretesto a denunciare formalmente Sparta per aver violato la pace, inoltre a Sparta sono stati eletti degli Efori contrari alla pace, ma solo nel 418 il re intraprende una spedizione militare in arcadia e contro Argo. La rielezione di Nicia non può fermare gli eventi e un esercito ateniese si scontra con gli Spartani a Mantiena. Gli spartani riescono vittoriosi riguadagnando la sottomissione del Peloponneso, e riportando il governo oligarchico ad Argo e suscitando ad Atene forti malcontenti per Alcibiade e Nicia. Nel 415 gli ateniesi inviano una seconda spedizione in Sicilia sollecitati dagli esuli Leontini e dai Segestanile cui ostilità con i Selinuntini può creare la possibilità, ad Atene, di affrontare Siracusa, schierata con i secondi. Inoltre il bisogno di affermazione Alcibiade lo spinge a patrocinare questa impresa contro il parere di Nicia. Tuttavia ad Atene mentre si svolgono i preparativi , si succedono due atti sacrileghi i quali vengono imputati ad Alcibiade, ma la flotta viene inviata comunque.

 

 

LA SPEDIZIONE IN SICILIA

La flotta fa tappa a Corcira, dove si uniscono anche le navi degli alleati. Dopo il passaggio in Sicilia , decidono di accamparsi a Catania dove giunge l’informazione che Alcibiade deve tornare ad Atene per sottoporsi al processo. L’accusato si da alla fuga verso il Peloponneso, per giungere a Sparta, dove ricambierà l’ospitalità con consigli militari.

 

Durante l’inverno gli Ateniesi si ritirano a Nasso, dopo un tentativo fallito di conquistare MEssana, mentre i siracusani devastano una parte del territorio di Catania e rinforzano le difese della città. Nella primavera del 414 arrivano sia i rinforzi da parte di Nicia sia le navi spartane. La prima fase del conflitto è favorevole agli ateniesi che nella baia di Tapso iniziano a costruire un lungo muro che serve da collegamento con Porto Grande, ma arrivano immediati i rinforzi ai Siracusani, che come primo risultato hanno l’interruzione della costruzione delle mura. I siracusani nel 413 recano danni alle navi ateniesi ma all’inizio del 413 arrivano gli aiuti guidati da Demostene. Nella successiva battaglia navale molte navi ateniesi vengono distrutte mentre i Siracusani ne bloccano l’uscita costringendoli a cercare la fuga via terra, ciò decima l’esercito ateniese : i sopravissuti vengono fatti prigionieri, Nicia e Demostene vengono uccisi.

 

 

LA GUERRA “DECELEICA” FINO ALLA CAPITOLAZIONE DI ATENE

I consigli di Alcibiade diventano vantaggiosi anche per altre imprese. Agide, il re spartano, utilizza questi consigli in primo con la presa di Decelea nel 413, che segna la ripresa della guerra in Grecia e il momento di maggior debolezza di Atene. Siccome questa guerra durerà per il decennio successivo viene nominata appunto “deceleica”. La disastrosa spedizione in Sicilia provoca gravissime conseguenze, da un lato la defezione di molte città alleate e dall’altro un rivolgimento interno ai danni della democrazia.

 

L’assetto costituzionale ateniese viene scombussolato dall’elezione di 10 commissari ai quali vengono poi aggiuni altri venti anziani, creando cosi un gruppo di 30 cittadini con pieni poteri. Nel 411 l’assemblea popolare è costretta ad accettare le loro decisioni che consistono nell’assegnazione dei pieni diritti politici ad un numero limitato di cinquemila cittadini, nello scioglimento della boulè clistenica, sostituita da un consiglio di 400 membri, e nell’abolizione dei misthoi(retribuzione delle cariche pubbliche).

 

L’allontanamento delle città alleate da Atene è interesse comune di Sparta e della Persia, che avviano le trattati nell’estate del 412 : il gran Re offre aiuto in denari agli spartani, in cambio della rinuncia all’autonomia delle città greche d’Asia. Gli ateniesi conservano nell’Egeo Chio e Samo. A causa della svolta oligarchica di Atene, anche a Samo vi è un tentativo di ribaltare la costituzione democratica ma si oppongono gli equipaggiamenti ateniesi con i nuovi strateghi Trasibulo e Trasillo. Minacciati da Atene, Sparta e dalla Persia cerano un accordo don Alcibiade, che decide di passare dalla loro parte. Grazie al suo sostegno la flotta ateniese a Samo con l’aiuto degli opliti ottiene la destituzione dei Quattrocento. Nel frattempo una vittoria spartana nelle acque di Eretria provoca la rivolta in Eubea. La situazione è propizia per ripristinare la democrazia, nel 411 l’assemblea ateniese si riunisce e delibera di affidare il potere ai Cinquemila e di richiamare Alcibiade, mentre i capi oligarchi si rifugiano a Decelea.

Nel 410 emerge Cleofonte, che riprende la linea politica di CLeone : viene restaurata la boulè dei Cinquecento e viene instituita la diobelìa, ovvero un pagamento di due oboli al giorno ai cittadini più bisognosi. Ad Atene prevale il partito a favore della guerra che rifiuta le offerte di pace spartane. Intanto Trasibulo ripristina le posizioni ateniesi in Tracia, riconquistando Abdera e Taso mentre Alcibiade occupa Calcedone e Bisanzio. Questo periodo fortunato finisce nel 408 con il rientro di Alcibiade come stratego.Nel frattempo le sconfitte degli Spartani spingono i Persiani ad intervenire.

Ma una sconfitta nella primavera del 407 spinge gli ateniesi a non riconfermare più alcibiade come stratego.

La situazione non si mostra favorevole ad Atene che perde Corcira, Pilo e il porto di Nisea e soprattutto i cittadini bloccati nel porto di Militene. A questo scopo la città ricorre ai tesori dell’acropoli per costruire in breve tempo 113 triremi alle quali si aggiungono le 40 degli alleati. Questo permette agli ateniesi di vincere gli spartani ma una violenta tempesta abbatte 25 navi ateniesi cosicchè gli strateghi vengono accusati di non aver fatto nulla per salvare i cittadini, 6 vengono uccisi 2 scappano in esilio.

 

Lisandro, con l’appoggio di Ciro, nell’autunno 405 porta 200 triremi nell’area degli Stretti catturando quasi tutte i triremi e uccidendo circa 3000 ateniesi. Dopo questo avvenimento le città degli Stretti si affidano a Lisandro tagliando gli approvvigionamenti di grano all’Attica. Nel frattempo il re spartano Pausania invade la stessa Attica. Gli ateniesi a questo punto sono costretti ad accettare la pace, con la pace Atene rinunci a a tutti i possedimenti esterni all’Attica e a Salamina, consegna delle navi da guerra eccetto 12, nel rientro degli esuli oligarchi e nell’alleanza con Sparta, queste vengono accettate dall’assemblea ateniese nel 404.

 

 

RIPERCUSSIONI POLITICHE AD ATENE E A SPARTA

Gli ateniesi si devono dare una costituzione oligarchica. Uno dei protagonisti del nuovo corso è Teramene, accanto al quale compare Crizia. Inoltre al popolo viene imposto di accettare la nomina di 30 commissari incaricati di ripristinare la costituzione dei padri. Dopo la nomina di 5 efori incaricati di cancellare qualsiasi forma democratica , tra i cittadini vengono scelti i 30, che iniziano subito abolendo le norme del 461 che avevano esautorato l’Areopago; viene creato un comitato di 10 persone per l’amministrazione del Pireo e un presidio di 700 spartani si insedia sull’acropoli.

 

Nell’inverno del 404/403 i democratici di insediano nella fortezza di File, al confine con l’Attica, contro la quale i Trenta organizzano inutilmente una spedizione. Dopo 8 mesi di mal governo(e la morte di Crinzia nella spedizione contro i democratici) i Trenta sono costretti a lasciare il potere, mentre al loro posto sono eletti dieci nuovi commissari, uno per tribù. Lisandro tenta però di restaurare la situazione, ma il re spartano Pausania II, infastidito dal crescente potere di Lisandro, convince 3 efori della necessità di intervenire ad Atene. Trasibulo (che era intervenuto a difesa dei democratici) riesce a rientrare in città impegnandosi a mantenere l’alleanza con Sparta.

 

Ad Atene riprende cosi un’intensa attività politica, nel 403/402 sotto l’arcontato di Euclide, si ripristinano tutti gli organi di governo a partire dalla boulè dei Cinquecento.

 

 

LE CONSEGUENZE IN SICILIA : CARTAGINE E L’ASCESA DI DIONIGI I

A trarre il maggiore vantaggio della disfatta ateniese in Sicilia, non è Siracusa ma bensì Cartagine che nel 409 torna ad attaccare la grecità di Sicilia, infatti Annibale distrugge Selinunte e Imera. Nel 406 inoltre cade Agrigento e viene evacuata Gela, con Siracusa ovviamente minacciata. Testimone della distruzione di Agrigento è Dionigi, il quale forgia due sentimenti : odio per i Cartaginesi e il disprezzo per le democrazie, in primo luogo per quella estremista di Siracusa che non è intervenuta in difesa. Nello stesso anno egli denuncia la conduzione della guerra ottenendo la destituzione degli strateghi e la propria elezione al nuovo collegio. Successivamente riesce a far deporre i suoi colleghi, rimanendo stratego con pieni poteri e assumendo da solo il comando della guerra. Cosi facendo opera di fatto un colpo di stato assumendo le caratteristiche dei regimi autoritari. All’opposizione dei grandi proprietari terrieri contrappone una base popolare compatta, il cui supporto è rafforzato dalla continua immissione nel corpo cittadini di immigrati e mercenari naturalizzati e rafforzando una sapiente propaganda anticartaginese. La sua riorganizzazione militare e politica serve a circoscrivere il disastro della prima guerra cartaginese , trattando inizialmente una pace nel 405 che stabilisce l’indipendenza di Siracusa ma ratifica la perdita di Selinunte, Imera e Agrigento. Gli anni che vanno dal 404 al 399 vedono il reale potenziamento della tirannide e l’aumento della forza militare di Siracusa. Protetto da un’alleanza con Sparta assoggetta tutta la Sicilia orientale. A questo punto Dionigi punta ad espandersi in Sicilia occidentale e in tutta la magna Grecia. Nel 397 Dionigi tenta la lotta di indipendenza per riconquistare le città elleniche ed espellere le forze puniche avviando quindi la seconda guerra cartaginese. In un solo anno annette tutte le città siceliote costringendo i Cartaginesi ad asserragliarsi a Mozia, che egli però conquista e distrugge. Nel 396 si assiste alla reazione cartaginese : Imilcone recupera tutti i territori che erano sotto controllo punico, successivamente muove direttamente contro Siracusa. Dionigi sembra ormai alla resa, ma viene soccorso da una squadra spartana mentre scoppia una pestilenza nell’esercito cartaginese. Imilcone è costretto a ripartire per Cartagine. La guerra si protrae poi fino al 392 quando si giunge ad una pace : i cartaginesi riconoscono la dominazione di Dionigi esclusi i possedimenti punici. La pace dura oltre un decennio nel quale Dionigi allarga il suo dominio sull’Italia Greca. Nel 388 assedia la Caulonia e muove contro le forze della lega che sopraggiungono da Crotone, sbaragliandole, è la vittoria dell’Elleporo. Caulonia è conquistata e distrutta, il suo territorio è annesso a quello di Locri. Dionigi isola completamente Reggio, nel 386 verrà comunque assediata, controllando quindi entrambe le coste dello stretto. Inoltre tra 390-90 riesce anche a controllare il porto di Otranto e a controllare i commercia adriatici. In tirreno invece impianta una basa in Corsica nel 384. Dionigi conduce la cosiddetta “guerra generali” contro i greci d’Italia andando, nel 379, a conquistare Crotone, questo conflitto si sovrappone alla “terza guerra cartaginese” in Sicilia. Dapprima Dionigi consegue svariati successi ma poi una grave sconfitta presso Terme lo obbliga alla resa. La nuova pace si data 374, sancendo il dominio di Cartagine sulla Sicilia occidentale. Nel 367 Dionigi cerca una nuova rivincita ma durante l’assedio muore improvvisamente. In occidente cade cosi il modello della polis per la via di uno stato territoriale, un impero di cui Dionigi è il precursore.

 

 

 

TENTATIVI DI EGEMONIA IN GRECIA E IN OCCIDENTE

 

SPARTA E LA PERSIA : DALL’IMPRESA DI CIRO ALLE SPEDIZIONI IN ASIA

L’egemonia sugli alleati sottratti ad Atene comporta per Sparta una notevole responsabilità nei confronti del regno persiano e dei Greci d’Asia. Nel 404 il figlio di Dario II ottiene ABCtribe.com ABCtribe.com - [Pagina 23] l’appoggio spartano quando, alla morte del padre,tenta di contendere il diritto di successione al fratello Artaserse. Nell’esercito di Ciro confluisce quindi un contingente di soldati greci. Il vincitore dello scontro è il satrapo Tissaferne, al quale Artaserse restituisci le satrapie di Ciro e quindi i pieni poteri nelle relazioni con i Greci, di cui si rivela il principale nemico. La partecipazione all’impresa di Ciro aveva determinato l’ostilità tra Sparta e Artaserse che di riflesso mostra solidarietà verso i greci d’Asia. In un nuovo clima di guerra contro la Persia, nel 400 viene inviata una prima spedizione, guidata da Tibrone. Dopo alcuni successi nei confronti di piccole città, Tibrone, non riesce a concludere l’assedio di Larissa : gli viene ordinato di sospendere e di spostarsi in Caria, dove verrà sostituito al comanda da Dercillida. Quest’ultimo sceglie di appoggiare Tissaferne, per avere molti centri nella Troade, ma le città ioniche si lamentano con Sparta per lo strapotere di Tissaferne, si arriva allora ad una tregua nel 397 fino al 396 quando viene mandato in Asia il nuovo Re Agesilao. Il nuovo esercito sconfigge duramente Tissaferne che viene fatto uccidere da Artaserse.

 

Con l’obiettivo di portare la guerra in Grecia vengono finanziati i maggiorenti di Tebe, Atene, Corinto e Argo(tramite Timocrate di Rodi) ai fini di un’alleanza con la Persia contro Sparta. Il re Agesilao lascia di corsa l’Asia, per tornare in Grecia dove prosegue lo scontro contro Sparta. Però Sparta riesce a riportare dalla sua parte il favore persiano, attraverso il satrapo Tiribalzo il quale, però, viene immediatamente sostituito da Artaserse con un altro che ha il compito di ristabilire accordi con Atene. Gli spartani invieranno nel 391 una flotta, ma il tentativo fallisce.

 

DALLA GUERRA CORINZIA ALLA PACE DI ANTALCIDA

La cosiddetta guerra corinzia è la prosecuzione del conflitto beotico provocato da Timocrate di Rodi. Tebani, Ateniesi, Corinzi e Argivi si riuniscono a Corinto per decidere il proseguimento della guerra e per attirare nella coalizione altri alleati. In Grecia settentrionale Beoti e Argivi ottengono il primo successo su Sparta, sottraendole nel 394 Farsalo ed Eraclea. Nello stesso anno le forze alleate di scontrano con gli spartani a Corinto, dimostrando la superiorità spartana. Vittoriosi ma bloccati nel Peloponneso, gli Spartani, richiamano il re Agesilao il quale, arrivando dalla Tessaglia, assale il nemico, vincendo a Coronea nel 394. Però l’assalto non è decisivo, gli spartani si rivolgono contro Corinto che riesce a impedirgli di passare, ma a questo punto assediano la stessa città.

 

Nel 392/1 gli spartani delusi da Artaserse convocano un congresso a Sparta per offrire l’autonomia ai Greci del continente, ma trovano l’opposizione di Tebani, Ateniesi e degli Argivi, tutti impegnati a difendere le loro sfere egemoniche. Alla ripresa del conflitto nel 390 la flotta spartana riconquista Samo e Cnido e si accinge a rientrare a Rodimentre da Atene Trasibulo parte per ripristinare la Lega di Delo. Nel frattempo Tiribazo torna a Sardi, mettendo fine l’alleanza con Atene e preparando la pace con gli spartani, i quali nel 388 mandano Antalcida in Persia, alla corte di Artaserse, preoccupato per la ripresa ateniese sul mare. La guerra corinzia si conclude in Asia con, nel 387, Antalcida che tratta con gli ateniesi.

 

La pace di Antalcida o pace comune è molto importante, innanzitutto è contemporanea del sacco di Roma, ma è una pace duratura, ancor più di quella trentennale con Sparta. La pace comune, che è imposta da una forza esterna (Persia) e garantita da una interna (SParta), tenta di dare una sorta di nuovo ordine internazionale, delle regole per un comportamento futuro.La pace afferma che non si possono più costruire alleanze su principio egemonico inoltre i fondamenti di questa pace sono la libertà ovvero l’INDIPENDENZA(eleutherìa) e l’AUTONOMIA(autonomìa), ovvero una libertà interna, decidere con quale governo reggersi. Abbiamo inoltre una memoria burocratica di questa pace, infatti come attestato da un documento burocratico dell’arcontato di Nausinico (378/77) Aristotele afferma :

 

“”Con buona fortuna degli Ateniesi e degli alleati degli ateniesi, affinchè gli spartani permettano ai Greci di starsene autonomi e indipendenti 5conservando in sicurezza tutto il loro territorio e affinchè sia sovrana e duri per sempre la pace comune 6etc..

 

 

LA SECONDA LEGA ATENIESE E L’ASCESA DI TEBE

Gli anni successivi alla pace segnano un cambiamento fra i rapporti delle città greche. In un primo momento a modificare l’assetto politico della Grecia è un accordo tra Ateniesi e Tebani : l’intervento di Atene a sostegno di Tebe risolve la guerra beotica scoppiata nel 378 perché gli Spartani non accettano il nuovo stato di cose. Infatti nel 379 gli Spartani occupano Tebe, violando la pace. Collegato alla difesa dell’eleutherìa e dell’autonomìa viene fondata nel 377 la seconda Lega marittima ateniese, che avrà come alleati Chio, Mitilene, Metimna, Rodi, Bisanzio e Tebe. La fondazione della Lega spinge gli Ateniesi ad appropriarsi dell’iniziativa di rinnovare la pace comune, iniziativa partita da Artaserse nel 375. A questa iniziativa si scontrano gli interessi Tebani, che puntano ad una egemonia sul fronte beotico. Nel 373 avviene un primo scontro, nel momento in cui i Tebani assediano e distruggono Platea, difesa dagli ateniesi. Nel 370 tutta la Beozia risulterà sottomessa a Tebe.

 

La mancata adesione alla pace comune costa a Tebe l’isolamento militare, ma questa apparente debolezza si rivelerà ingannevole. Gli spartani inviano una spedizione contro la Beozia ma l’esercito tebano dimostra la sua supremazia grazie alla nuova tattica della falange obliqua. Questa battaglia, di Leuttra, del 371 segna la fine dell’egemonia greca degli spartani. Gli ateniesi a questo punto stringono un’alleanza con gli stati peloponnesiaci, esclusa Sparta. Con questa alleanza Atene rinnova la volontà della pace comune e sfrutta il malcontento nei confronti di Sparta. Nel 369 spartani ed ateniesi concludono un’alleanza per sancire i diritti di competenza sul mare e sulla terra, con una finalità anti tebana. Questo accordo rovinerà nel 371/70 l’assetto della Lega, dalla quale usciranno le città dell’Eubea, gli Acarnani e i Calcidesi di Tracia.

 

Alla richiesta di aiuto di Tebe risponde Giasone di Fere, tiranno della Tessaglia, che vede la possibilità di inserirsi nella politica delle città greche. Ma mentre cercherà un avvicinamento tra Tebe e Sparta, verrà ucciso da giovani congiurati, ciò apre la strada ad un periodo turbolento della Tessaglia verso la quale Pelopida indirizzerà gli interessi tebani.

 

Ma un altro fu un grande protagonista dell’ascesa di Tebe : Epaminonda. Egli si concentrò su una politica peloponnesiaca di chiara impronta anti-spartana, aiutato dagli abitanti dell’Arcadia e della Messenia, mentre la stessa Elide, approfittando della debolezza di Sparta, dichiara la sua autonomia. Epaminonda organizza nel 370 la prima spedizione in Peloponneso. La coalizione guidata dai Tebani attraversa il Peloponneso e prosegue per Messenia dove viene iniziata lla costruzione della città di Messene.

 

5 I concetti base della pace 6 Viene nominato per la prima volta in documenti burocratici un accordo, una pacificazione, ciò ci conferma con esattezza l’esistenza e l’importanza della pace di Antalcida.

 

 

 

TEBE E L’EGEMONIA “MANCATA”

Le storie dei due protagonisti di Tebe si svolgono, dunque, in posti e in modi diversi. Dopo la prima spedizione nel Peloponneso Epaminonda si preoccupa solo di questa regione, mentre Pelopida si dedica fino alla morte al nord della Grecia. Pelopida si attiva prendendo sotto la sua protezione le città della Tessaglia settentrionale e recandosi in Macedonia per trattare con Alessandro II.

Intanto, nel 369, Epaminonda riporta l’esercito nel Peloponneso, ottenendo un’alleanza con Sicione e Fliunte mentre, viceversa, gli resistono i Corinzi. La solidarietà contro il pericolo Tebano ha invaso ormai tutta la Grecia : un all’alleanza fra Atene e Sparta, l’aiuto portato da Atene a Corinto aggiungendo poi quello di Dionigi I di Siracusa. Nel Peloponneo ha preso piede anche la Lega arcadica riuscendo a resistere all’attacco spartano nella battaglia “senza lacrime”, 367; inoltre si rafforza con un’operazione di sinecismo: la fondazione di Megalopoli.

 

Sul versante settentrionale la situazione è compromessa dalla morte di Alessandro II che cade vittima di conflitti dinastici nei quali interverrà il generale ateniese Ificrate. Pelonida torna volecemente a Pella per rinnovare l’alleanza di Tebe con Tolomeo.

 

In quegli anni però sia Pelopida che Epaminonda perdono consensi fra i cittadini, infatti nel 368 non furono rieletti come boetarchi. Ma in ogni caso nel 367 Epaminonda parte per la terza spedizione in Peloponneso e Pelopida parte per un’ambasceria a Susa. Nel frattempo il re di Persia riconosce la politica tebana.

Questo riconoscimento ha un peso anche nella politica interna di Tebe, dove nel 364 dove Epaminonda riesce ad imporre il suo programma : estendere l’egemonia tebana allestendo una flotta di 100 triremi e creando una rete di alleanze con ele più importanti città marittime.

 

Nel frattempo Pelonida muore e la pace con Alessandro di Fere è conclusa da altri generali tebani. Invece Epaminonda scende per l’ultima volta in Peloponneso nel 362 chiamato da megalopoli contro Mantinea. Questo episodio divide la Grecia tra chi si affianca alle forze tebane e chi si sta vicino a Mantinea. I vincitori di questi scontri saranno i Tebani, ma i morti anche da questa parte del fronte saranno molti. Inoltre la morte di Epaminonda annulla la vittoria perché i suoi alleati si ritirano nei paesi di provenienza, dando l’impressione che senza i suoi protagonisti la potenza Tebana sia costretta ad annullarsi. Vieni, in ogni caso, rinnovata la pace comune con la partecipazione del nuovo stato messenico e sancendo la divisione dell’arcadia fra le due leghe, quella intorno a Megalopoli e quella intorno a Mantinea, in moro non gradito a Sparta che si tiene fuori dai trattati.

 

 

LA CRISI DI ATENE E LA DISSOLUZIONE DELLA SECONDA LEGA

Gli anni successivi alla guerra di Mantinea si diffonde in Atene uno scontento nella popolazione ricca costretta a Liturgie e al pagamento di tasse di guerra molto alte. Ciò porta i ricchi ad una politica moderata repulsiva nei confronti dei conflitti, ma allo stesso tempo consapevole della necessità degli approvvigionamenti granari.

 

La crisi ateniese è dovuta, quindi, al disagio di una parte della popolazione e all’intensa attività dei tribunali, mostrando la precarietà e la fragilità del potere.

Questa situazione si aggrava dopo la “guerra sociale” che priva Atene delle contribuzioni degli alleati. Tra il 365 e il 362 si data gli ultimi successi orientali : la sottomissione di Samo, con la quale stipuleranno un’alleanza separata per non violare apertamente le regole della lega; un’altra cleruchia a Potidea nel 361. Questi fenomeni e i difficili rapporti fra organo che emana leggi e assemblee ateniesi a rompere definitivamente la seconda Lega. Inoltre la situazione della lega è aggravata dalle iniziative contro i possedimenti e le località di influenza ateniese, da parte di Filippo II di Macedonia. Il disfacimento effettivo della Lega verrà solo nel 338.

 

 

LA DYNASTÈÌA SICILIANA DEI DUE DONISII

Da Dionigi I di Siracusa ereditiamo un nuovo termine politico per definire la sua sovranità : dynastèìa.

Dopo la morte di Dionigi I sarà il figlio Dionigi II a continuare la politica espansionistica in Adriatico. Ma in contrapposizione al padre attenua le forme dispotiche, rende autonome le città greche, introduce una costituzione aristocratica. Tutto questo sotto l’influenza di DIone. Ma l’eccessiva influenza di DIone spinge il tiranno a cacciare dalla città sia lui, che il suo maestro : Platone. Dione pensa subito di tornare in patria come liberatore, data la situazione critica della politica di Dionigi II. Dione riesce a entrare trionfante ad Agrigento, Gela e Camarina; senza nemmeno usare la forza entra a Siracusa, perché il popolo insorge contro il tiranno. Cacciato il tiranno DIone non riesce ad imporre un oligarchia moderata, e non riuscendo a gestire la situzione viene meno ai suoi principi filosofici, distruggendo gli avversari politici e circondandosi di armati e rifiutando il dialogo. La situazione però è critica, a Siracusa e in tutta la Sicilia dilaga il caos.

 

Preparati con le domande di ABCtribe su Storia greca.

1. Chi è Agatocle? Risposta: Agatocle fu tiranno di Siaracusa tra il 317(10 anni dopo la venuta di Timoleonte in Sicilia) e il 289,anno d [Clicca qui >> per continuare a leggere].

2. Cos'è la rivolta ionica?Quali sono le città greche che aiutano gli ioni nella rivolta? Risposta: La rivolta ionica è la ribellione al dominio persiano da parte delle città costiere dell'asia minore,cominciata nel 499 per inizativa del tiranno di mileto Aristagora e che finisce nel 494 con la repressione delle città ri [Clicca qui >> per continuare a leggere].

3. Perchè si dice che la polis finisce a Cheronea?Cosa avviene a Cheronea? Risposta: Nella battaglia di Cheronea del 338 a.C. si ha lo scontro definitivo tra Greci e Macedoni,conclusasi con la vittoria dei secondi. L'anno successivo,nel 337,Filippo II il Macedone riunisce a Corinto i delegat [Clicca qui >> per continuare a leggere].

4. Come riscuotevano i tributi i Persiani sulle terre? Risposta: Essi divisero il loro grande impero in 20 satrapie,grandi provincie multietniche,a capo delle quali pos [Clicca qui >> per continuare 5. Qual è il poeta che parla di Sparta,la fonte delle guerre messeniche? Risposta: Il poeta che parla di Sparta e delle guerre messeniche,cioè guerre condotte da Sparta contro [Clicca qui >> per continuare a leggere].

6. Come si afferma Tebe tra le regioni della Beozia?E come si conclude l'egemonia tebana? Risposta: L'egemonia Tebana si afferma e si conclude rispettivamente con due battaglie: quella di Leuttra e quella di Mantinea. Nella prima che si svolge nel 371 a.C. i Tebani guidati da Epaminonda sconfiggono gli spartani [Clicca qui >> per continuare a leggere].

 

7. Quadro generale della grande migrazione del tredicesimo secolo Risposta: Fu il ferro il grande protagonista di questi anni ! Molto probabilmente esso fornì difatti alle popolazioni del nord - la seconda ondata di genti 'indoeuropee' - il dirompente strumento che sbaragliò le difese di una civiltà, quella mediterranea, decisamente più progredita in [Clicca qui >> per continuare a leggere].